lunedì 25 ottobre 2010

Vi racconto come è nato mio figlio Robert all'ospedale di Terni, EVITATELO.

Tutto comincio' il 22 Maggio 2008, quella sera avevo le contrazioni, erano regolari ogni 20 minuti ed erano non troppo forti, sopportabilissime, da giorni pensavo, ci siamo, fra poco ci siamo manca poco, volevo che il mio cucciolo arrivasse presto, non ce la facevo piu' ad aspettare e mangiavo liquirizia e bevevo tisane al lampone per aiutare la natura se fosse stato il momento. Ero eccitata e spaventata cosi' dopo un po' di ore che andava avanti cosi' e sentendo le contrazioni un pochino piu' forti mi decisi (grande errore) ad andare in ospedale per un controllo ed eventualmente partorire che tanto ero a 35 settimane, il bambino era gia' un piccolo vitello (2.900 kili il 22 maggio) con un capoccione grande e dall'ultimo controllo tutti gli organi erano perfettamente formati percio' non avevo paura di eventuali problemi respiratori.
Arrivo in ospedale e mi controllano, mi chiedono tutti i documenti e poi mi spaventano: "eh ma che vuole che abbia problemi? no no deve stare dentro ancora due settimane minimo!"
Poi mi fanno la visita durante la quale, dopo un'altra contrazione, gli rimane il tappo in mano
e mi trovano aperta di un cm... cosi' decidono di portarmi a fare i tracciati e mi dicono che dovro' mettere il miolene perche' ripetono che è troppo presto.
Ai tracciati non si vede una contrazione, nonostante prima le avessero toccate con mano, ai tracciati sono sparite.
Io sono certa che è colpa loro perche' mi hanno spaventata, ma allora, credendo che fosse meglio fare come dicevano loro, mi faccio mettere il miolene. Per 4 giorni in ospedale col miolene, tutti i controlli perfetti. Poi torno a casa, demoralizzata, perche' il mio cucciolo devo aspettare a vederlo... dopo qualche giorno mi alzo dalla sedia e il mio pube fa un rumore come di rottura, un dolore che mi portero' fino a dopo il parto. Mi faccio controllare, ma mi dicono che non è nulla, io penso che la cartilagine ha ceduto un po' per via dell'aumento di peso del bambino. Da li arrivero' a 41 settimane.
Monitorata e controllata con precisione quasi svizzera fino al giorno della 41esima settimana, all'ultimo monitoraggio decidono di tenermi e indurmi la mattina dopo (sono entrata di sabato). Io ignara e contenta che finisse l'odissea non vedevo l'ora di partorire anche se avevo un po' d'ansia perche' mi avevano detto che l'induzione puo' dare atroci dolori. Vabbeh, li sopportero', purche' nasca naturale pensavo. E non avevo la minima idea che si potesse aspettare fino a 42 settimane almeno.
Alla visita prericovero dico che non voglio la tricotomia perche' tanto voglio fare il parto naturale e non voglio assolutamente l'episiotomia quinidi la tricotomia e' inutile, ma l'ostetrica si avvicina col rasoio, mi dice che è piu' igenico e taglia
(ormai a gambe aperte, nuda, che ti ribelli?), rasatura a secco, la cosa piu' fastidiosa mai provata fino a quel momento. Gia' li mi girano, ma penso, vabbeh, ricrescono, ma se pensa che gli faccio fare l'episio si sbaglia di grosso.
Quel giorno non ero andata di corpo. Mi faccio dare un lassativo per donne in gravidanza cosi' il giorno dopo sono libera e pronta.
Prendo il lassativo prima di cena.
Dopo cena ho dei dolorini e penso che sta facendo effetto.
Invece no! Sono le contrazioni, il lassativo ha forse sbloccato la situazione (come spesso fa anche l'olio di ricino) e lo scopro quando alle 21 con questi dolori leggerissimi e sopportabilissimi mi portano per il controllo di routine del tracciato in sala travaglio.
Li per la prima volta in tutta la gravidanza vedo come sono fatte le contrazioni e dentro di me esulto di gioia (evviva ci siamo!) e mando messaggini col cellulare a mia mamma, al mio compagno che era tornato a casa perche' sarebbe venuto l'indomani, alla mia compagna di stanza che era anche una compagna di corso preparto.
Mi metto a cantare (mi ero portata il lettore mp3 con le muscihe che avevo scelto per il parto) non troppo forte perche' non voglio disturbare, ogni tanto controllano il tracciato, cominciano a scendere i battiti del bambino ogni tanto, ma poi risalgono quindi non mi preoccupo troppo, ma la ginecolga mi diche che se cominciamo cosi' non ce la facciamo...(cazzarola parti prevenuta... eh si ma lei di cesareo aveva gia' parlato quando ancora facevo i controlli mesi prima, nonostante tutto andasse bene... non avevo capito che era una da evitare...inoltre mentre io ero in travaglio hanno tagliato un'altra la cui bimba si era bevuta le acque e che quindi ha avuto seri problemi dopo e che poi ho saputo mesi dopo che non ce l'ha fatta quindi credo che gia' questo li portava ad essere pessimisti...poi era notte e secondo me si sarebbero voluti anche sbrigare). Mi mettono l'ago cannula "perche' se dopo devi fare il cesareo sei gia' pronta" e li mi ribello senza successo, dico "almeno mettetemi l'ago nell'incavo del braccio che l'altra volta hanno provato sul polso/mano e non ci sono riusciti e mi hanno fatto solo male", ma no, due tentativi, due aghi piegati e poi il terzo, mentre piangevo e li supplicavo, alla fine mi hanno accontentata... piango ancora un po', poi mi riprendo e si va avanti, ma mi girano un po' di piu', ma voglio solo abbracciare il mio cucciolo. Mi vorrei muovere, alzarmi, ma ormai sono obbligata sul lettino. Dico che non voglio assolutamente ossitocina, ma forse me la mettono, spacciandomela per soluzione salina perche' dopo un po' comincio con contrazioni molto, molto piu' forti.
Arrivo fino alle 00.30 con contrazioni sempre piu' forti e ravvicinate, il mio compagno accanto dalle 22.00-22.30 circa che mi dava forza e si preoccupava ad ogni decelerazione, le ultime contrazioni erano talmente infinite e forti che non riuscivo a prendere quasi fiato figuriamoci fare la respirazione. Arrivata a 6 cm e dopo l'ennesima decelerazione la gine mi dice, "facciamo il cesareo che sta soffrendo". In lacrime, spaventata, piena di dolore e quasi senza respiro non riesco a dire no e oppormi. Ho paura che il bambino davvero soffra, muoia o altro...

E intanto ero ignara allora, non come oggi, non sapevo che la posizione litotomica (ovvero sdraiata) puo' causare delle false sofferenze fetali e che bastava che mi lasciassero stare alzata o provare altre posizioni perche' tutto si normalizzasse! E le contrazioni date dall'ossitocina non erano certo di aiuto dato come erano, per non parlare del fatto che SE le contrazioni fossero state davvero prodotte dal mio corpo (dal momento che secondo la cartella clinica non avrei avuto nessuna flebo - misteriosamente mai successa) avrebbero potuto provare almeno due metodi per rallentarle un po'.

Firmo il foglio giallo maledetto con quel chirurgo (? o cosa?) che mi guarda male, forse e' seccato, forse lo fa per incitarmi a firmare, ma non è gentile, non ricordo cosa mi dice, sono stordita dalle lacrime e dal dolore, ricordo solo il suo volto senza un'ombra di comprensione o gentilezza.
Urlo, urlo, continuo a urlare dal dolore fortissimo penso oddio oddio che male e spero che qualcosa lo faccia finire, mi dicono di spostarmi sul lettino della sala operatoria, ci arrivo aiutata, sto malissimo, sono piegata in due dal dolore e urlo, mi dicono "e stai zitta!" e dico "ma fa male non respiro non lo faccio apposta sono le contrazioni!!" e dentro di me penso ma che idiota questa donna possibile che non capisce? ne avra' visti di parti no? sara' seccata anche lei, perche' li ho tutti li attorno a me a mezzanotte quando potrebbero riposare e invece gli peso... ma allora potevano lasciarmi in pace penso oggi... invece no.
Seduta sul lettino altre contrazioni fortissime infinite mi dicono devi stare ferma ti dobbiamo iniettare l'ago nella schiena, io mentre una contrazione scema un pochino e prima che riprenda, prendo coraggio, prendo un respiro e mi immobilizzo quei pochi secondi che servono, zac,l'ago è immediato, un fastidio leggerissimo, poi il dolore non c'è piu'. Mi sento bene, torno a respirare, tiro un sospiro di sollievo e mi preoccupo di altro ora chiedo, chiedo insistentemente, terrorizzata, finche' qualcuno mi rispondera' "non mi fate nulla finche' non fa effetto vero? vero?". "Si" mi tranquillizza qualcuno "non ti preoccupare", mi sdraiano e mi cominciano a preparare, testano le mie gambe, gli dico se sento finche' non sento piu', una sensazione orrenda: sono paralizzata. Capisco, ora capisco chi non ha piu' l'uso delle gambe; è orribile, e' tremendo e lacerante. Mi preoccupo d'altro, vago con la mente, poi l'unico angelo della situazione mi parla, mi racconta quello che sentiro'. E' l'anestesista, mi rassicura e mi dice quello che accadra', mi da del gas, forse per farmi stare piu' tranquilla. Ci parlo, gli faccio domande, comincio a chiacchierare cercando di sdrammatizzare, di sapere cosa fanno, ma la chirurga(?) è scocciata, mi dice che hanno da fare, mi zittisce. L'anestesista va via e non lo vedo piu'... sono sola nella mia testa, coi miei pensieri, con tutta quella gente intorno...finche' non lo sento: il vagito, il mio bimbo! è fuori! Non ricordo se chiedo dove sia, se me lo fanno vedere. Me lo portano, lo guardo, lo vedo per la prima volta, ma è come se non lo vedessi, non capisco, e' tutto troppo veloce, me lo fanno baciare, lo bacio e sento il suo profumo, un profumo stupendo (mi diranno poi giorni dopo che era la vernix caseosa) gli parlo in italiano e in inglese, gli dico due cose e lui mi guarda. Piange, ma quando sente la mia voce mi guarda tranquillo, poi lo portano via e piange di nuovo, gli dico "non dategli niente per favore non dategli nulla che lo allatto io", poi piango anche io. - Non lo rivedro' fino a tre ore dopo e solo dopo molta, moltissima insistenza. E li (ora ricordo) mi diranno che gli hanno dovuto dare acqua e zucchero perche' aveva la glicemia bassa (non sapevo che fosse fisiologico e normale e che non si deve dare nulla) quindi penso vabbeh.... -
Mi ricuciono, il mio compagno e mia madre me li fanno vedere prima di entrare nella saletta di controllo, ma per pochi secondi, il tempo di chiedermi come sto, io chiedo "come sta il bambino? Hai fatto una foto? fammi vedere", lo guardo sulla digitale di mio marito, commento, poi mi portano via, li in una sala attigua alla sala operatoria, mi attaccano un macchinario per controllare il battito cardiaco e la pressione. Li spendero' quasi due ore da sola, chiamo per avere un contatto umano, viene una scocciata, mi stacca la macchina perche' tanto non serve piu', mi dice che hanno da fare. Io dentro di me penso, se ora di colpo morissi non se ne accorgerebbe nessuno. Piango, non riesco a dormire, tremo, mi dicono poi che è un effetto dell'anestesia. Tremo come se avessi freddo, tremo da morire. Per un tempo infinito. Chiedo di vedere il mio bambino piu' volte, non ricordo quando e quante, mi viene detto che è al nido, che stanno facendo i controlli ecc.
Quando poi e' ora che mi si porti in reparto dal lettino al mio letto mi incitano a muovermi, gli dico che è impossibile, che non sento le gambe che non ho forza, l'infermiera di turno, una bionda idiota che nondovrebbe fare un lavoro a contatto umano, mi dice di dargli una mano, che non ce la fanno a sollevarmi da sola, che mi devo aiutare con quel maniglione, io ci provo, ma è inutile, non sento nulla, quasi rischio di spostare il lettino e cadere. Allora di forza mi alzano e mi muovono, sono nel mio letto e chiedo di nuovo di vedere il mio bambino, che l'ho visto solo due secondi.
Finalmente me lo portano, ma mi dicono solo 5 minuti che devi riposare, poi per fortuna l'idiota se ne va e resto con il mio compagno, mia madre e l'infermiera del nido che arriva col bimbo e forse mossa dalle mie lacrime me lo fa vedere 10 minuti e piu'... accarezzo delicatamente il mio bambino, gli avvicino il mio dito e lui lo prende nella sua manina e lo stringe, mi faccio fare qualche foto prima che venga portato via, non ho pensato ad attaccarlo al seno, ero stanca, stravolta di emozioni, non ragionavo e poi lui dormiva cosi' beato, non lo volevo disturbare.
Lo portano via e crollo dalla stanchezza, dormo un po', poi il dolore mi sveglia, chiedo l'antidolorifico, ci vorrano ore prima che me lo portino e che non faccia nemmeno effetto, non è troppo doloroso, ripenso al travaglio e mi dico che lo sopporto, ma che voglio comunque l'antidolorifico e lo chiedo e lo richiedo e mi portano solo le stesse bocce di flebo che secondo me erano placebo perche' non facevano nulla.
Il resto della mattina passa fra il dolore e il sonno che mi prende e mi lascia, verso le 8 comincio a chiedere il mio bambino, non me lo portano prima dell 10 e gli hanno dato il latte artificiale, mi arrabbio, ma ormai non c'è nulla da fare. Me lo comincio a godere, faccio foto con il cellulare, poi crollo, poi mi sveglio quando piange e lo faccio cambiare dal papa'... poi me lo faccio mettere al seno e dopo un po' di difficolta' troviamo la posizione giusta e comincia a ciucciare il colostro di mamma, fa male i primi momenti, ma passa subito, sto scomoda cosi' sdraiata-ma-tirata-su, ma non mi importa, il mio bambino e' finalmente nelle mie braccia, si nutre da me e calde lacrime scorrono giu' ripensando alle ore precedenti, piango, cerco di non singhiozzare perche' fa male, ridere fa male, non posso sedermi, non lo posso reggere, non lo posso cambiare...
Solo il pensiero che sta bene mi solleva.
Le infermiere/ostetriche si alternano, alcune sono carine, altre sono da prendere a schiaffi, ma perche' non cambiano mestiere!!??
Alla visita di controllo mi spremono la pancia per vedere se le perdite sono a posto, se l'utero e' tornato dove dovrebbe, non so, so solo che mi fanno un male cane e mi lamento e piango. Provo tanta rabbia ancora oggi per come sono stata trattata, lacrime salgono agli occhi mentre scrivo, la ferita fisica e' rimarginata, ma quella emotiva quanto ci mettera'?
Mi hanno messo flebo di ossitocina, mi hanno dato successivamente gocce da prendere per far contrarre l'utero, ma se queste cose non servono perche' la suzione del bambino stimola le contrazioni uterine cosa cavolo mi danno a fare questa robaccia? In piu' sapro' dopo tanti mesi che il Methergin ha anche possibilita' di far andare via il latte ma a loro che gliene frega? Lo danno a tutte e magari lo sperano anche cosi' incrementano l'uso di latte artificiale!
Dicono che è per precauzione perche' meglio cosi' che rischiare un raschiamento, sono una fifona, abbozzo e mando giu'.
Il giorno dopo mi dicono che mi devo alzare, ma io non voglio, sto male, mi fa male e non voglio altro dolore, non mi danno l'antidolorifico che chiedo, sono ancora attaccata alla flebo e al catetere- dimenticavo di dire, quando mi hanno preparata per il TC mi hanno infilato il catetere una prima volta non riuscendoci e facendomi un male cane e la seconda riuscendoci, questo fara' si che le mie urine siano miste a sangue il primo giorno e mi comportera' un'infezione che mi portero' per due settimane- non ne voglio sapere di alzarmi, voglio che siano seguiti i miei tempi. Arriva il pomeriggio e un'infermiera parente della mia compagna di stanza, che fa parte di un altro reparto, ma che è in visita, mi incoraggia, mi dice che se mi alzo dopo un po' passa tutto e che posso finalmente cambiare il mio bambino ecc, mi sprona, mi faccio un po' di coraggio, le do retta, mi metto piu' seduta, poi mi aiuta a sedermi e successivamente alzarmi, ma è l'inferno, l'alzarmi mi lacera, mi squarcia, mi sento strappare, e' come se mi dessero fuoco allo stesso tempo, un dolore atroce, mi sento morire mi lascio andare e mi rimettono di peso sul letto, in lacrime.
La sofferenza e la paura di provare di nuovo quel dolore mi fa desistere dal provare di nuovo per ancora molte ore, quando mi alzero' di nuovo per la prima volta davvero, sara' per spostarmi dal letto alla sedia. La prima volta che ho dovuto camminare soffro ad ogni passo, mi sento pesante, come se la pancia non fosse mai andata via, mi dovrei sentire piu' leggera penso, invece no. Mi reggo la pancia, perche' è l'unica cosa che mi da' un po' di sollievo. raccolgo le forze e vado a fare pipi' al bagno per la prima volta in due giorni, spogliarmi fa male, sedermi fa male, ma quando poi sono seduta sto meglio. Ma fare pipi' fa male, brucia e rialzarmi è un dolore immenso. Ricompormi e cambiare il pannolone è un'impresa, chiamo il mio compagno, sono bianca come un cencio, mi sento svenire dal dolore, mi faccio riaccompagnare al letto di peso.
Ogni volta che mi alzo è una sofferenza, passeggiare in camera prima e in corridoio poi e' una conquista, ma vorrei non provare piu' dolore. Il mio bambino è meraviglioso, gli fanno tutti i complimenti, è abbastanza buono e quando piange per i suoi motivi lo fa gia' in modi diversi, se ha fame è un prodigioso MAAAAAAAAAA, tanto che sembra chiami mamma, molti si stupiscono, io lo adoro.
Lo nutro del mio colostro quanto piu' posso, ma un paio di volte sono costretta a chiedere l'aggiunta perche' non sapevo che fare, era piu' affamato del dovuto a causa del latte artificiale e la glucosata che gli avevano allargato il suo minuscolo stomachino, quello stomachino che finche' non arriva la montata lattea ha la capacita' di un cucchiaino e come tale sarebbe stato perfetto ad accogliere quelle poche nutrientissime gocce di colostro prodotte nei primi giorni, ma io queste cose non le sapevo ancora allora e anche spinta da quella cretina di mia madre, che mi assilla, non mi lascia in pace, dice ha fame ha fame e mi tormenta, la odio. Ci litigo poi nei giorni successivi, le dico di lasciarmi in pace, di andarsene, ma purtroppo non è facile cacciarla (soffre di problemi di testa) e mi sento ancora piu' arrabbiata e impotente.
Non aiuta per niente.
Non mi aiuta nemmeno l'infermiera bionda cicciottella, una snob che si crede chissa' chi.
Per fortuna arriva poi la montata lattea e riesco a farlo saziare solo di me.
Quando esco dopo 4 giorni lo faccio in parte sulla sedia a rotelle, sto ancora male e staro' male (anche se un po' meno) per altri due mesi.
Il cibo era buono, il primario, che poi sapro' successivamente essere responsabile della politica del "non diamo antidolorifici perche' tanto non è una grande sofferenza" (e certo lui lo sa, lui ha subito cose simili!!!) e' un personaggio che spero di non incontrare mai e sapere chi e' se lo rivedo, ad oggi me lo sono dimenticato.
Le infermiere del nido, tutte tranne un paio, dovrebbero cambiare mestiere.
Se qualcuno che lavora all'Ospedale di Terni legge questo mio racconto, gli riferisca che si devono vergognare per come trattano la gente. Hanno trasformato un parto fisiologico in un parto cesareo e cosi come con me penso chissa' quante altre povere donne sono state trattate come carne al macello. Il senso di vuoto, la rabbia, l'impressione che quel bimbo non mi appartenesse del tutto anche se l'ho amato subito mi hanno accompagnata per vari mesi e dopo 17 mesi la rabbia era ancora tanta. Oggi la rabbia c'è ancora, ma c'è anche tristezza, rimpianto per essermi fidata delle persone sbagliate. Ma la mia vendetta impossibile mi ha reso una donna consapevole e oggi aiuto tutte le donne che posso a stare in guardia, perche' non è detto che chi ha una laurea in medicina debba essere creduto su tutto cio' che dice o appoggiato in tutto cio' che fa, ci fidiamo e affidiamo nelle loro mani, ad alcune di noi è andata bene, ad altre invece... E l'allattamento e' un'altra cosa in cui le donne dovrebbero essere aiutate e supportate, ma ancora in troppi posti si cerca di fare di tutto per distruggere questa cosa importantissima. Che amarezza, bisogna cambiare le cose per avere un mondo e un futuro migliore, ma ci vuole istruzione al riguardo e appoggio e noi donne e mamme dovremmo essere le prime ad aiutarci a vicenda e fargli vedere che non siamo malate da trattare senza rispetto, siamo donne e madri, partorienti, non pazienti.

1 commento:

  1. cara Pink, avevo letto un tuo commento sul blog "diritto all'epidurale negato" e ti ho pedinata....Così ho letto questo tuo doloroso e crudo racconto. Sono una doula, e quando ho tempo girovago nel web per leggere racconti di donne sulla gravidanza, sul parto e sull'allattamento. Che dire......una gran rabbia !!
    Grazie per avere condiviso questa storia, se ti va questo è il mio blog: http://marziadoula.blogspot.com/
    ciao

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